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Microsoft 365 sotto attacco: brute-force ad alta velocità con FastHTTP

Microsoft 365 è una delle suite di produttività più utilizzate a livello globale, che include strumenti come Word, Excel, PowerPoint, Outlook, OneDrive e Teams.

Con la crescente adozione di soluzioni cloud, Microsoft 365 è diventata una delle principali piattaforme di lavoro per aziende e privati.

Tuttavia, proprio questa diffusione massiccia la rende un bersaglio attraente per attacchi informatici, in particolare per quelli mirati all’accesso non autorizzato tramite brute-force.

Uno degli attacchi più recenti e pericolosi è quello che sfrutta l’uso di FastHTTP, una tecnica avanzata per eseguire attacchi di forza bruta ad alta velocità, mirati a

compromettere le credenziali degli utenti di Microsoft 365.

Cos’è l’attacco brute-force?

Un attacco di tipo brute-force è una tecnica utilizzata dai malintenzionati per forzare l’accesso a un sistema provando ripetutamente combinazioni di credenziali (come nome utente e password).

L’obiettivo è indovinare correttamente la combinazione prima che il sistema metta in atto misure di sicurezza come il blocco dell’account o il rallentamento delle richieste.

Gli attacchi di forza bruta tradizionali si basano su tentativi successivi, ma con l’evoluzione delle tecnologie e l’aumento delle risorse a disposizione degli attaccanti, sono emersi strumenti

più sofisticati per velocizzare questi attacchi. Uno di questi è FastHTTP.

Che cos’è FastHTTP?

FastHTTP è un framework progettato per migliorare le prestazioni dei server web, utilizzato principalmente per applicazioni ad alta velocità.

È noto per essere particolarmente rapido nel gestire le richieste HTTP, ed è questo che lo rende un’opzione preferita per gli attacchi di brute-force.

In pratica, FastHTTP permette di inviare migliaia di richieste al secondo, bypassando alcune delle limitazioni imposte dai sistemi di sicurezza che tentano

di rallentare o bloccare gli attacchi. Per gli attaccanti, utilizzare FastHTTP consente di eseguire un attacco brute-force in modo estremamente rapido ed

efficiente, massimizzando le possibilità di successo.

Come funziona l’attacco brute-force con FastHTTP?

Il processo di un attacco brute-force ad alta velocità sfruttando FastHTTP si articola in diverse fasi:

  1. Preparazione dell’elenco di credenziali: L’attaccante prepara un elenco di possibili combinazioni di nome utente e password. Questo elenco può essere basato su parole comuni, combinazioni di lettere e numeri, o anche su informazioni ottenute da precedenti violazioni di dati.
  2. Generazione delle richieste: Utilizzando FastHTTP, l’attaccante invia richieste HTTP rapide al server di autenticazione di Microsoft 365. Ogni richiesta contiene una combinazione di credenziali da testare.
  3. Efficienza nell’invio delle richieste: Grazie alla velocità di FastHTTP, l’attaccante è in grado di inviare un numero impressionante di richieste al secondo, molto più velocemente rispetto agli attacchi di brute-force tradizionali che dipendono da tecnologie più lente.
  4. Rilevamento della combinazione corretta: Una volta che l’attaccante trova la combinazione corretta di nome utente e password, può accedere all’account di Microsoft 365 e compromettere il sistema.

Implicazioni di un attacco riuscito

Se un attacco brute-force con FastHTTP ha successo, le implicazioni per l’azienda o l’utente colpito possono essere devastanti. L’accesso non autorizzato a Microsoft 365 consente agli attaccanti di:

  • Furto di dati sensibili: Microsoft 365 ospita documenti, comunicazioni, calendari e informazioni private. Un attacco riuscito potrebbe esporre informazioni aziendali riservate o dati personali degli utenti.
  • Compromissione dell’infrastruttura aziendale: Gli attaccanti potrebbero ottenere l’accesso a risorse critiche, inclusi file condivisi su OneDrive, e-mail aziendali in Outlook o persino applicazioni personalizzate in Teams.
  • Ransomware e attacchi mirati: Una volta ottenuto l’accesso, gli aggressori potrebbero installare malware o ransomware, criptando i dati e chiedendo un riscatto per sbloccarli.
  • Falsificazione e abuso dell’identità: Gli attaccanti potrebbero usare l’accesso per impersonare l’utente vittima, inviando comunicazioni fraudolente o effettuando azioni dannose a nome dell’utente.

Come proteggersi dagli attacchi brute-force con FastHTTP

Per prevenire gli attacchi di brute-force, Microsoft e gli utenti finali devono adottare diverse misure di sicurezza:

Protezione delle applicazioni con firewall e filtri: L’uso di firewall applicativi web (WAF) può aiutare a filtrare e bloccare il traffico sospetto proveniente da attacchi automatizzati come quelli basati su FastHTTP. Questi sistemi sono progettati per identificare e bloccare traffico non valido prima che arrivi ai server di autenticazione.L’attacco brute-force con FastHTTP rappresenta una minaccia avanzata e sofisticata per la sicurezza degli utenti di Microsoft 365. La velocità e l’efficienza di questo tipo di attacco lo rendono particolarmente pericoloso, ma fortunatamente esistono diverse misure di sicurezza che possono mitigare il rischio. L’autenticazione multifattore, la gestione delle password, e il monitoraggio attivo delle attività sono essenziali per difendersi da attacchi come questo e garantire la protezione dei dati aziendali e personali.Le aziende e gli utenti devono rimanere vigilanti e adottare una strategia di sicurezza integrata, che vada oltre la protezione passiva, per combattere le minacce sempre più sofisticate del panorama cyber odierno.

Autenticazione multifattore (MFA): L’adozione della MFA è uno dei modi più efficaci per proteggere gli account. Anche se un attaccante riesce a ottenere una password, non potrà completare l’accesso senza il secondo fattore (come un codice inviato via SMS, un’app di autenticazione o una chiave hardware).

Limitazione dei tentativi di accesso: Microsoft 365 offre funzionalità di protezione che limitano il numero di tentativi di accesso errati. L’implementazione di un captcha o del blocco temporaneo degli account dopo numerosi tentativi falliti può ostacolare gli attacchi brute-force.

Monitoraggio e rilevamento delle anomalie: Le aziende devono utilizzare soluzioni di monitoraggio avanzate per rilevare attività sospette, come un numero elevato di tentativi di accesso in un breve lasso di tempo. Azure Active Directory, ad esempio, offre funzionalità di logging e analisi delle minacce.

Politiche di password complesse: La forza delle password gioca un ruolo cruciale nella difesa contro gli attacchi brute-force. È essenziale impostare politiche aziendali che obblighino gli utenti a utilizzare password complesse, difficili da indovinare tramite attacchi automatici.

Bgen
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